Provveduti di tutte macchine, obbedienti, ordinati, sommavano a un di presso a settantamila al cominciar dell'assedio: nè a tanto numero forse giugneano, presi tutti insieme d'ogni sesso coi poppanti e i decrepiti, quanti umani rinserrava la città. Per sessantaquattro giorni la campeggiò tanto esercito, venuto in sua baldanza, che copriva il mare; e tornossi sgomenato, mutilo, a fronte bassa, ingozzando oltraggi, poco men ch'a dirotta fuggendo. Altri dirà che nell'assedio della città, che ne' disegni della guerra contro l'isola, fallava in molte parti re Carlo; ma posto pur ciò, non son da supporre sì grossolani gli errori, nè che ei non sapesse ripararli: e certo è che molti assalti diede con tutte le forze di mare e di terra, ne' quali la virtù de' cittadini fu che il rispinse. A questa dunque si dia la vittoria dell'assedio. Alla vittoria di Messina, alle difficoltà de' monti e del mare, al cuor degli altri Siciliani, e alle forze ormai concentrate per la riputazione di Pietro si dia, che null'altro danno tornasse al rimanente dell'isola da tanta mole di guerra, e primo furor di vendetta(346).
CAPITOLO IX.
Andata di re Pietro a Messina. Macalda moglie d'Alaimo. Fazioni navali. Pietro libera i prigioni di guerra. Parlamento in Catania. Trattato del duello tra i due re. Primi affronti delle soldatesche in Calabria. Carlo parte lasciando le sue veci al principe di Salerno. Almogaveri. Vittorie di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi di scontento tra i baroni siciliani e il re.
| |
Carlo Messina Siciliani Pietro Pietro Messina Alaimo Catania Calabria Salerno Pietro Calabria Costanza Sicilia Macalda Pietro Trattato Carlo Principi
|