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      Spiacque al re sì forte la temerità di Giacomo, che per amor che gli portasse, nè per merito della vittoria e preda, non si trattenne dal torgli il comando: e a stento ad intercession de' baroni gli perdonò gastigo più grave; pensando che solo uno estremo rigor di ordini potesse render sicuri(367) quegli audacissimi colpi tra tante grosse poste nimiche. Per pratiche ebbe intanto la terra di Scalea in Principato; al cui reggimento il dì undici novembre mandò Federigo Mosca conte di Modica(368). Cinquecento uomini pose sulla estrema punta di Calabria: i quali annidatisi negli antichi boschi di Solano, costernavano il presidio di Reggio, con iscorrere in masnade pei contorni, rapir vittuaglie, infestare le strade, tutte comunicazioni troncargli(369).
      Tra queste scaramucce e 'l trattato del duello, il sanguinoso anno ottantadue chiudeasi chetamente, lasciando i semi sì di lunghissime guerre; alle quali non erano per mancare nè motivi, nè danari, nè uomini. Perchè oltre la propria potenza di Carlo, la corte di Roma vedendo tornar vane le prime prove, cominciò a rinforzare i comandi spirituali e le pratiche, co' sussidi di moneta; le città guelfe d'Italia, necessitate da lor maligna stella a sostener la casa d'Angiò, mandaron tuttavia molte genti, e talvolta anco danaro; ed oltre le Alpi la guerriera schiatta francese era pronta sempre a dare il suo sangue. Infin dal primo annunzio della strage in Sicilia, il principe di Salerno corse di Provenza a Parigi, a rincalzar le inchieste del padre, a comporre le liti che questi avea con la regina Margherita di Francia per cagion delle contee di Provenza e di Forcalquier(370). Ottenne da Filippo l'Ardito un sussidio di quindici mila lire tornesi(371), e favore a levar a un di presso mille uomini d'arme.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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