A beneficio di tutta la nazione, il principe francò di dogane il trasporto delle vittuaglie da luogo a luogo nel regno; promesse coniar buona moneta; vietò le inquisizioni spontanee de' magistrati; menomò la taglia per gli omicidj non provati; consentì i matrimonj delle figliuole de' rei di fellonia; corresse gli abusi de' servigi, e le baratterie degli officiali, simul, il fisco non rivendicasse beni, altrimenti che per decisione di magistrato; non incorporasse le doti alle mogli degli usciti; nè gli artieri si sforzassero a racconciar le navi regie, nè la città a murar nuove fortezze; i giustizieri e altri ufficiali, usciti dalla carica, restasser nel paese quaranta dì a rispondere di mal tolto. Quanto alle collette e altre imposte generali o parziali, il principe bandì: godessero i cittadini del reame di terraferma tutte le franchigie e gli usi de' tempi di Guglielmo il Buono. Ma sendone oscure ormai le memorie, rimetteva in papa Martino descriver quelle consuetudini entro due mesi; comandava che due legati d'ogni giustizierato, a tale effetto si trovassero prestamente innanzi il papa: intanto nulla fornirebbero le città o provincie, nè anco in presto, fuorchè nei casi stabiliti dalle costituzioni. In ultimo, richiamò in vigore i recenti capitoli di re Cario; a vegliar la osservanza dei presenti, deputò inquisitori a posta a vegliar la osservanza dei presenti, deputò inquisitori a posta in ogni città e terra. Questi nuovi frutti raccoglieano i popoli di terraferma dalla siciliana rivoluzione(414)!
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Guglielmo Buono Martino Cario
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