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      In fine, a diciannove marzo, fulminò da Orvieto l'altra sentenza. Rinfacciò a Piero i primi suoi armamenti in Catalogna; il passaggio sopra l'Affrica, con forze non pari a tanta impresa; i messaggi a' Palermitani per indurarli nella ribellione; le perfide ambascerie alla corte di Roma; la fraudolenta occupazione del reame di Sicilia. Ma la Sicilia, dicea, terra è della Chiesa; e anco feudo nostro l'Aragona, per l'omaggio prestato a papa Innocenzo terzo dall'avol di Pietro. Questo dunque sleale vassallo per tradigione deponghiam noi dal regno d'Aragona; altri ne investiremo a piacer nostro. Con ciò scomunicollo una terza volta: scagliò interdetto su quantunque città tenessero per lui(417). Nella quale sentenza allegò Martino l'avviso dei cardinali; onde, se non mentì netto, cavillò; leggendosi nelle istorie del suo medesimo segretario, come parecchi fratelli del sacro collegio forte la dissentissero. Di ciò, segue il Malaspina, arduo sarebbe, e più da indovino che da fedel narratore, a scrutar la cagione: e anco toccando l'autenticità dei titoli del papa sopra Aragona, e il suo diritto alla deposizione di Piero, si dilegua in ambagi, con meschin temperamento tra istorico e cortigiano(418).
      Instava il papa inoltre a dissuadere Eduardo d'Inghilterra dal matrimonio della figliuola col primogenito di Pietro; costui dicendo persecutor di santa Chiesa; incesto il nodo per un quarto grado di consanguineità(419). Sturbava per un vescovo suo fidato gli accordi tra l'Aragonese e la repubblica di Venezia, vogliosa dell'equilibrio del potere in Italia; onde parecchi suoi cittadini avean ricevuto messaggi di Pietro, e a lui mandatone(420). Consentiva a Carlo differisse pure il pagamento del censo alla Chiesa(421). Esortava nel reame di Castiglia i prelati, i Templari, i Gerosolimitani, e altre fraterie armeggianti a muover contro Sancio, presuntivo erede della corona, ribellatosi al padre, e collegato con re Pietro(422). Liberava e preponeva al comando degli eserciti della Chiesa in Romagna il conte di Monteforte, quel sacrilego uccisore del principe Arrigo d'Inghilterra(423). E come or tutte ritrar le brighe d'un tal potentato, stigato da ira di parte e vicin pericolo?


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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