Ma i due nemici re tuttavia sceneggiavano. Pietro, di Sicilia commise ad Alfonso in Aragona, che scegliesse i campioni; che ne scrisse poi cencinquanta, perchè in ogni caso non mancassero i cento; ed eran Catalani, Aragonesi, Italiani, Siciliani, Alamanni, e anco un figliuol del re di Marocco, disposto a convertirsi alle fede di Cristo se n'uscisse con vittoria. Carlo dal suo canto fabbricar facea a Parigi cento armadure finissime; e, partitosi da corte di Francia, tutto ordinava al duello, o a farne mostra; e raccolse infino a trecento campioni, per la ragion medesima dell'avversario; che de' cento primi, sessanta eran Francesi, Provenzali il resto. Vi si pose in lista ancora Filippo; e a tutti i suoi baroni comandò si trovassero al duello(444): onde tal romore ne corse per lo reame, che in ogni luogo la nobiltà fremeva arme, cavalcava, sperando entrar nella battaglia, o, se non altro, vederla: e traeano a torme a Bordeaux, come se già si rompesse la guerra. Indi in que' piani re Carlo fe' costruire assai capace la lizza, bislunga, girata di gradi a guisa d'anfiteatro, saldissima di legname e di ferro, con due alloggiamenti per le due bande nimiche, affortificati di steccato e fosso; l'uno all'un capo, l'altro all'opposto presso la porta, ch'unica se n'aprì per l'entrata e l'uscita. Ma queste vicine stanze ai Francesi, le prime assegnavansi a que' d'Aragona; onde si bucinò, che divisassero i Francesi, restando vincitore il nimico, occupar con gente di fuori la porta, e, chiuso nello steccato, farne macello.
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