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      In Sicilia al contrario, allontanato quel valor molesto di Pietro, quetavano i popoli nel mite reggimento della regina Costanza: e sì tranquillo corse quell'anno, che sol de' casi di fuori scrivono i nostri storici; e Montaner afferma, irrefragabil prova del buon governo, che dopo la comun gloria della battaglia di Malta, Siciliani e Catalani più che mai s'affratellavano e strigneansi d'amistà e di parentadi(450). Per questi cagioni la regina di Sicilia potè allor tentare, e 'l vicario di Napoli non seppe rintuzzare nello stesso cuor del suo regno, un'assai temeraria fazione.
      Ebbe in quel verno gran caro di vittuaglie in Italia. Donde Scalea, Santo Lucido, Cetraro, Amantea, mosse dalla penuria o dalla mala contentezza (chè Scalea l'anno innanzi era stata la prima in terraferma a darsi a re Pietro), si proffersero alla regina Costanza, s'ella provvedessele di viveri e difendesse; la qual pratica condussero alcuni Scaleotti usciti per omicidî e riparati in Sicilia; e volentieri l'assentì la regina. Mandovvi pertanto con otto galee un forte di almugaveri, e alcune teride cariche di grano; onde il pregio di esso d'un subito si ammezzò(451), a grande sollievo dei terrazzani. Ma gli almugaveri, messo piè a terra, diersi a infestare tutto val di Crati e Basilicata: contro i quali movendo il giustiziere di val di Crati con grosse torme di cavalli, aspettatolo a lor uso in una stretta gola, rupperlo con strage, e l'inseguirono infino a un castello del vescovo di Cassano, ove poser l'assedio.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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