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      Fece porre l'ammiraglio a una vicina spiaggia; in terra fe' la mostra di tutte le genti; con brevità da soldato arringò: avrebbero entro due settimane una grandissima battaglia: andrebbero incontro a due flotte, l'una surta nel porto di Napoli, l'altra che venia di ponente. "Son settanta galee; ma come noi ci troviamo armati, o guerrieri, non paventiamo le cento." E le soldatesche risposer d'un grido: "Andiamo andiamo, nostra è la vittoria." Costeggiate le Calabrie, tennero il golfo di Salerno. Da ciò in Napoli nacque una voce, che Piero, tornato d'Aragona subitamente con tutta l'armata, navigasse pe' mari di Principato. Mandovvisi a far la scoperta un genovese Navarro con legno da sessanta remi(482): e costui un altro falso avviso riportò, frettolosamente riconosciuta la flotta da lungi per sole venti galee e poche fuste. Vantò dunque, tornato, che sarebbero anco troppe le ventotto galee del principe e la sua nave. Talchè salito in superbia il giovane Carlo, ordinava d'uscir contro al nimico; ma i Napoletani, che punto l'amavano, non vollero armarsi per lui.
      Ruggiero in questo volteggiava cautamente fuori il golfo di Napoli, ignorando ove fosse re Carlo con la flotta provenzale; e volea cogliere il tempo a slanciarsi o su lui o sul principe. A Capri dunque ancorò dapprima, divisando fare una dimostrazione sopra Baia, e indi appressarsi se potesse trar fuori il principe con avvantaggio; e, se no, far prora verso la Sicilia, e poi la notte volgere a Ponza, e in quel canale aspettare l'armata del re.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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