Addandosene alfine Galard: "Salvatene, sclamò, vostra è la fortuna; qui il principe, qui a voi s'arrendono le migliori spade di Francia!" Gridava l'Estendard, sacra fosse la persona del principe. E questi togliendosi la spada, tra i nostri domandò: "Qual v'ha cavaliero?" e rispostogli dallo ammiraglio, a lui la rendè; e accettò la mano stesagli da Ruggiero perchè lesto sulla sua nave salisse, che l'altra già sommergeasi. Nove galee fur prese: una delle quali velocissima involandosi, Ruggiero le spiccò alla caccia la galea catanese di Natale Pancia; e parendogli perder lena i remiganti, minacciò di farli tutti accecare se non tornassero colla nimica nave: talchè per mortali sforzi la sopraggiunsero; sapendo Ruggiero uom da tener la cruda parola, grande nelle virtù, grande nei vizi, di smisurato valore e brutale ferocia(483).
Alla battaglia seguì un ridevol caso. Avea fatto Ruggiero assai onore al principe: e questi riccamente armato, in mezzo a molti cavalieri sedea nella capitana, quando una barca di Sorrento si appressò con messaggi del comune; i quali, credendolo l'ammiraglio, offriangli quattro cofani di fichi fiori e dugento agostali d'oro "per un taglio di calze; e piacesse a Dio, seguiano, che com'hai preso il figlio, avessi anco il padre; e sappi che noi fummo i primi a voltare." Sorrise il principe, e a Loria disse: "Per Dio, ch'ei son fedeli al re(484):" ma lamentando la slealtà dei soggetti, scordava il giovin Carlo chi fosse stato il primo a infrangere il social patto, e la crudeltà scordava del suo governo, l'avarizia, la superbia, la tirannide sconcia e brutale.
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