Ma un dì, quasi tornandolo in grazia, adunato il consiglio, Giacomo chiama inaspettatamente Alaimo(526): e rivolto a lui, toccava i pericoli che si vedean sovrastare non ostanti le fresche vittorie; il padre non muoversi per lettera o messaggio a mandar grossi aiuti; non veder, dicea, chi potesse svolgerlo, se non che Alaimo; salvasse egli la patria e la corona; andasse al re, sulle galee lì pronte a tornare in Catalogna: e finito il dir dell'infante, più efficaci di lui i consiglieri facean ressa ad Alaimo. Li comprese; non vide scampo il grande; li guardò in volto; e rispose che andrebbe. Lo stesso giorno dunque, che fu il diciannove novembre dell'ottantaquattro, entrò in nave; ebbe cruda tempesta a Favignana, sì che una galea ruppe a Levanzo; con le rimagnenti a Barcellona arrivò. Quivi tutto lieto in volto l'accoglie re Pietro; ascolta, loda, promette che faranno insieme ritorno in Sicilia: vezzi leonini, che nè Alaimo nè altri ingannarono(527).
Comandato avea senza dubbio Pietro medesimo questo rapimento d'Alaimo, in un con la dimostrazione di condannare il principe di Salerno, strettamente connessavi, com'anzi dicemmo, e dagli storici, per amor di parte o dubbiose notizie, narrata variamente sì, ma in modo da non dilungarsi gran tratto dal vero, e lasciarci vedere in fondo che fu artifizio per ritrovare i ligi della corte e i resistenti; per troncar tutte pratiche, spaventando e i nostri e i prigioni; per ridestar le antiche passioni del popolo a tanto strepito; e prepararsi lodi di longanimità con trattener la scure che sospendeasi sul capo al figliuol di re Carlo.
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