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      Ei volendosi scioglier dall'omaggio feudale alla corona aragonese, avea colto il destro di voltarsi contro il fratello, mostrando d'ubbidire alla Chiesa(588). Fu di tanto più vile, che dissimulò a lungo lo accordo co' nemici della sua schiatta, fermato nell'ottantatrè, riconoscendo anco tener dal re di Francia Montpellier e Lans; e che promise per solenne scritto di dargli i passi della Catalogna, vittuaglie, fortezze, e di combatter contro il fratello: patti d'empietà che giurò sul vangelo(589), e che attiraron su la sua patria le più atroci calamità.
      Ma Pietro saputa la prima sentenza del papa, e preparandosi a renderla vana coi fatti, volle combatterla anco nelle forme. Richiamossene prima per ambasciadori; dei quali altri dal nimico fu preso, alla romana corte pervennero Arnaldo di Rexach e Bernardo de Orlè(590); che esposte le ragioni del re, per lui chiedean sicurtà a difendersi in persona innanti il sacro collegio; e proponean compromesso in cinque principi di cristianità; ma rispinti dal papa assai duramente, protestarono, e della sentenza appellaronsi, scrive il Montaner, a Dio e a san Pietro, con uno scritto in buona forma per man di notaio(591). Fantasia che bene sta ai tempi; e nascea da un giusto argomento di re Pietro, comune a' più alti ingegni di quell'età, e fortemente scolpito in tutte le memorie nostre d'allora, ch'era, distinguer sempre la religione dalla Chiesa; lagnarsi ove occorresse del papa, ma esaltar sempre la fede cristiana. Nè da altro forse fu dettato il motto degli agostali d'oro battuti in Sicilia con l'aquila siciliana nel dritto, e il nome della regina Costanza e sopra quello il motto "Cristo vince, Cristo regna, Cristo comanda;" e nel rovescio l'armi d'Aragona, il nome di Pietro, e su quello "La somma possanza in Dio è(592)." Apparecchiavasi come ultimo capo di difesa, per ischivar anco la quistione del dritto della corte di Roma, quella donazione de' reami ad Alfonso, di cui parlammo di sopra(593); ma Pietro non l'usò perchè la lite si trattò poi con la spada.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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