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      Il giurò; e l'arcivescovo ribenedillo. Consigliato a perdonare i nimici, fe' liberare prigioni, non però que' d'alto affare; non mutò il testamento dettato a Port Fangos nell'ottantadue; ad alta voce si confessò a due frati; e poi a grande sforzo surse di letto, mal reggentesi e tremolante, vestissi, s'inginocchiò lagrimando e pregando dentro da sè, ed ebbe l'Eucaristia. Seppe indi arresa Girona; venuto di Sicilia Carlo, che gli restava appena un barlume di sensi, nè potè profferire risposta; ma fe' croce delle braccia, levò gli occhi al cielo, e il dieci novembre spirò(648).
      Questo fine ebbe di quarantasei anni, verde di forze, nel maggior vigore della mente, nel colmo della fortuna; vedendo dissipata l'oste di Francia; confuso il re di Maiorca; mancati Carlo, Filippo l'Ardito, papa Martino; il novello re di Napoli nelle sue forze; scompigliato quel reame; la Sicilia sicura e obbediente; la sua flotta signoreggiante il Mediterraneo; per sè la riputazion della vittoria, da por freno in ogni luogo agli stessi suoi sudditi. Grande fu e ben fatto della persona, robusto di braccio, d'animo audacissimo, perseverante, ingegno da abbracciare gran disegni e non saltar le minuzie, scaltrito, chiuso, infaticabile; tutte le parti ebbe di capitano egregio. Gli furon queste nelle cose di stato or vizi or virtù, secondo la giustizia dell'intento, a che mai non attese. Indi la discordia, non da savio, con le corti d'Aragona; le dubbie vie contro i baroni di Sicilia; le frodi e gl'inganni che macchinò con arte profonda; le vendette efferate ne' suoi nemici, alle quali proruppe per l'atrocità de' tempi, per la fierezza dell'animo, non curante strazio e morte nè in sè nè in altrui, per la crudeltà della mente assorta negl'intenti politici, fatta cieca alla conoscenza de' veri beni propri ed altrui, miscredente a' dritti degli uomini, ghiacciata contro ogni alito di lor carità. Avventurosa la Sicilia che sel trovò nel pericolo, e sen disfece tosto; perchè era di tempra da agognar sempre o fuori o in casa.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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