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      Perciò l'ammiraglio ascoltava le profferte di minore stato nella pace; ma era pronto a turbarla, e accomunar le sue sorti con la Sicilia e Federigo.
      Le sorti della Sicilia che pendeano sul precipizio, per tal abbandono del re, del luogotenente, dell'ammiraglio, di tutti i grandi, poteano tornar su per novello empito del popolo; ma ristorolle con men sangue l'interesse di Filippo il Bello, o il caso, che spinse la giovane di Courtenay a rifiutar le nozze di Federigo, rispondendo al papa, che una principessa senza terra non dovesse maritarsi a un principe senza terra. Ostinata resse Caterina alle repliche del papa(783): e Federigo, fatto accorto dell'inganno, tutto si volse a quelle ben più salde e vicine speranze che gli offriva la Sicilia; dove, trapelando le nuove de' trattati, s'era con più furore ridesto il turbamento d'animi del novantadue, per esser più certo e imminente il danno, e scorgersi la perfidia che il dissimulò. Indi l'infante diessi a prendere il regno; ma volea parere sforzato, ritenendol anco il sospetto della fazione degli stranieri, mascherati di lealtà a Giacomo, e tradenti per turpe guadagno il paese che li nudriva. Costoro, come aperti apparvero gl'intendimenti di Federigo, la focosa volontà del Sicilian popolo, diersi dapprima a gridare che la rinunzia del re fosse favola di Federigo volto a usurpar la cotona. Per darsi riputazione, fecero lor capo il solo che operava forse da coscienza e lealtà, Ramondo Alamanno gran giustiziere; e si notavano inoltre i nomi del Procida, di Matteo di Termini, di Manfredi Chiaramonte e di più altri.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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