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      Ma volgendosi nel terzo libro alla feudalità, s'ingaggiava a riconcedere i feudi che fossero caduti nel demanio regio; e più gratificava a' baroni derogando alle leggi dell'imperator Federigo, anzi a tutt'ordine feudale, col permetter che si alienassero i feudi, pagata sì la decima al fisco, con lievi altre condizioni. Confermò, anzi estese alquanto, i capitoli di Giacomo per la successione de' collaterali, e i discreti termini del militar servigio; migliorò le condizioni de' marinai dell'armata(808). Ebbe dunque la nazione, dritto di pace e di guerra e di dar leggi, moderate gravezze, più spedita e benigna amministrazione di giustizia, sicurezza pubblica, favore a' commerci e alla agricoltura: nè merita poca lode, secondo i tempi, quella legge dell'alienazione de' feudi, che, qualunque fosse stato il suo scopo, rendea più libere le proprietà. Federigo giurò solennemente l'osservanza di queste costituzioni; dienne perpetuo attestato nell'ultimo capitolo. Poco appresso confermava ai Catalani mercatanti in Sicilia i tre privilegi di Giacomo; rendea comuni a tutti sudditi spagnuoli del fratello que' dati specialmente ai cittadini di Barcellona. Talmentechè è una mirabile somiglianza tra i primordi delle due dominazioni di Giacomo e di Federigo, per trovarsi ambo nelle medesime necessità in Sicilia, e sperar dall'interesse privato dei sudditi in Aragona, gli aiuti che quindi lor contrastava l'interesse del re(809).
      Poi si volse Federigo alla guerra. Tenne in Palermo l'ultima adunanza di quel parlamento; ove sedendo gli ottimati a destra e a manca del trono, a fronte i sindichi de' comuni, il re con modesta parola, chiamando ogni suo potere da Dio, aringava; conchiudendo che rimbaldanziti i nimici, strignenti d'assedio Rocca Imperiale in Calabria, era uopo incalzarli per ogni luogo in terraferma; per pochi giorni più che si sudasse sotto le armi, i Siciliani asseguirebber premio di ferma pace; ei già li vedea azzuffantisi, vittoriosi, bagnati di novello sangue nemico.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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