Convenuti in Piazza, di mezz'ottobre, i baroni e' sindichi delle città, scopertamente diessi ad aggirarli, far partigiani, sparger terrori e promesse. Ma Vinciguerra Palizzi e Matteo di Termini, con più caldo s'adoprarono per lo contrario effetto; speser la notte innanzi l'adunata, girando qua e là a scongiurare che non si lasciasse partir Federigo. Indi forte si combattè in parlamento.
Esposta l'ambasceria, si dava liberissimo voto a ciascuno; e pendeano i più alla ripulsa, per amor di Federigo o di sè stessi, temendo Giacomo noli seducesse, allorchè Loria col pianto sugli occhi, quasi per pietà del paese, s'alzava ad orare: "Non ingannassero sè medesimi; sarebbero irresistibili le congiunte forze di Giacomo e di Carlo; ripiglierebbero le Calabrie in un batter d'occhio; porterebbero in Sicilia fame, incendi, stragi; pagherebbe di molto sangue la Sicilia questo insensato ostinamento, All'incontro, qual danno nell'andata di Federigo? e forse, per l'amor che gli porta, si volgerà a noi il re d'Aragona. Ma s'ei verrà da nimico, pensate quanti Catalani e Aragonesi mancheranno alle vostre bandiere. Posson essi prender le armi per chi lor piaccia, ma son traditori se combattono contro le bandiere del re d'Aragona(830)." Gran bisbiglio seguì a questo parlare, vergognando gli stessi partigiani dell'ammiraglio ad assentir con parole, ma chinavano il capo; e gli altri altamente dicean contro: onde dopo lunga contesa, nulla deliberavasi.
Il dì seguente tolse ogni dubbiezza il re, surto egli stesso a concionar l'adunanza.
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