Senz'altra fazione d'importanza finì poi l'anno novantasette, e tutto il verno. Federigo, con Manfredi Chiaramonte e Vinciguerra Palizzi, macchinava contro lo ammiraglio, or di spegnerlo per una mano di uomini risoluti, allettati da gran premio; or di sfidarlo a duello per un campione, che fu il famoso difenditor di Girona, Ramondo Folch, visconte di Cardona; e dovealo appellar di tradigione secondo gli usi di Barcellona o il foro aragonese, e in duello ammazzarlo, o almeno, tirandolo in Ispagna, toglier tal mastino dal collo a Federigo(866). Ma nulla approdaron queste pratiche contro Ruggiero. Un Montaner Perez de Sosa, mandato alsì da Federigo in Catalogna ad attraversare i preparamenti della guerra, non trovò riscontro ne' popoli; e per poco scampò dalle mani di re Giacomo(867), infiammato nella causa, come diceanla, della santa Chiesa, dal danaro che il papa e Carlo gli porgeano(868). Perchè Loria, trafitto dall'onta di Catanzaro, ma feroce in volto e superbo come per vittoria, era andato a re Carlo, a far grande scalpore della vergognosa fuga dei suoi, e che nulla s'otterrebbe senza il re d'Aragona: onde Bonifazio, visto che qui n'andava tutta la fortuna della guerra, die' a Giacomo quanto ei volle; tollerò ch'ei tardasse la restituzione degli stati di Giacomo re di Maiorca, sollecitata efficacemente dal re di Francia; snocciolò dalla camera apostolica i danari raccolti da quelle province, che il pio Costantino, scrive Niccolò Speciale col fiero piglio del Dante, il pio Costantino ad altro uso largiva a Silvestro poverello.
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