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      Ciò fu salute dell'oste di Roberto, che per diffalta di vivanda, già era stretta in pochi dì a partirsi o cader nelle mani di Federigo. E più che questo, nocque l'esempio: perocchè gli uomini soglion l'altrui viltà maledire, e maledicendo seguirla, come pretesto a cessar da una pericolosa costanza. Maletta poi trasse la vita pochi più anni in terra di nemici, sovvenuto o insultato da essi con meschini favori; e infame e mendico morì: ma non ha il pondo nè premi nè pene da pagar ciò che sovente fa a una intera nazione un sol uomo(923)!
      Per lettere di questo vile, Buccheri, sua terra fortissima, venne in man de' nemici. L'ammiraglio, portata una punta dell'esercito sopra Vizzini, con sè recando Giovanni Callaro, Tommaso Lalia e Giovan Landolina, presi al capo d'Orlando, l'ebbe per tradimento del Callaro; il quale mostratosi a' cittadini, che virilmente avean preso a combattere, fu accolto con gioia, com'uomo d'assai riputazione, ed empiamente l'usò a far aprire le porte all'ammiraglio. Tornò questi allora a Palagonia; ove accozzatosi con Roberto, assalgon Chiaramonte, negano i patti che il popol chiedea, dopo le prime scaramucce, sentendosi non bastare alla difesa; e irrompono ostilmente nella città. La prima che in questa guerra del vespro, i nimici occupassero di forza; onde tutta sfogaronvi la ferità de' tempi: passati gli uomini a fil di spada; sfracellati a' sassi i bambini; sparato il corpo alle incinte; dopo il sangue e gli oltraggi, adunata una misera torma di donne, solo avanzo del popol di Chiaramonte, fu cacciata e sparsa pe' luoghi vicini.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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