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      Esorta con frequenti lettere Roberto a incalzar la guerra; il cardinal Gherardo a sopravvegliare e governare ogni cosa; ai Siciliani gittatisi a parte angioina, scrivea carezzando e piaggiando. Il breve indirizzato a Gherardo, dato di Laterano il primo febbraio, spiega la gran tela che Bonifazio ordiva per volger mezza l'Europa contro quest'indomito siciliano scoglio; e chiudesi con accennare più altre pratiche, che pareagli bene di passar sotto silenzio, e son indi da giudicarsi men lodevoli assai delle dette dinanzi(957). Ben egli è vero che il giubbileo, bandito appunto in questo tempo, molto aiutava gli sforzi della romana corte contro Sicilia. Bonifazio l'istituì primo, o confermò con papal decreto la consuetudine antica di festeggiar con istraordinarie pratiche di religione il cominciamento del nuovo secolo(958). Chiuse allora a' suoi nemici politici i tesori d'indulgenza, largheggiati a tutto il popol di Cristo; privonne segnatamente cui desser favore agl'infedeli, o a Federigo, o ricettassero gli usciti Colonnesi(959). E attirò in Roma, in poco spazio di tempo, da due milioni di stranieri, che veniano alle perdonanze, e con loro spese arricchian la città e 'l contado; e più la camera apostolica con le limosine, sì larghe, che nella cappella di san Paolo, due chierici senza mai cessare raccoglievano con rastrelli la moneta gittata dai fedeli ai piè dell'altare(960).
      Grandi somme ne fornì dunque il papa a re Carlo, or in sussidio, or in nome di prestito, che tornava allo stesso, per la difficoltà di riaversi(961); e ne dieron anco Firenze e Lucca e altre cittadi, oltre i soliti accatti di Carlo da mercatanti stranieri(962), e da' sudditi fin delle città occupate in Sicilia(963), e oltre le sovvenzioni che impetrava da' suoi fuor da' termini soliti; come fece co' prelati e feudatari di Provenza, che intendendo la presura del figliuolo, gli si proffersero, ed ei lor chiese danari, armature, navi(964). In tal modo sopperiva alle spese della guerra, divenute più esorbitanti per cagion de' continui soccorsi di vittuaglie e moneta all'esercito in Sicilia, ov'era carestia, e ostinato animo de' popoli, da non lasciar all'occupatore altro terreno, che quello sul quale posava il piede(965).


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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