Molta anco fu la cura a ingrossare l'esercito, che struggeasi, ora per battaglia, or nei casi della guerra guerriata; e spesso anco vedeansi i mercenari lasciar le bandiere, o neghittosi e disobbedienti seguirle a ritroso, e voltar faccia al primo scontro; talchè fu necessitato re Carlo a dar illimitata balìa a Ruggier Loria, di punirli nella persona e nei beni(966). Condottieri inoltre ricercava per ogni luogo, con grandi promesse, larghi stipendi: richiese Carlo di Valois e Roberto conte di Artois(967); ebbe gente di Spagna, con l'opera di Loria, che non solamente scrivea i soldati, ma obbligavasi al pagamento se il re fallisse(968). Firenze mandavagli dugento cavalli(969); e tra' capitani suoi leggonsi Tommaso di Procida, il conte di Fiandra, il delfino di Vienna, Ranieri Grimaldi uscito di Genova(970), e altri condottier venduti di gente a lor vendute, pestilenza che per molti secoli poi invilì e distrusse l'Italia. Nelle Calabrie re Carlo armava contro i nostri acquisti le milizie feudali(971), e masnade leggiere raccolte a mo' degli almugaveri, senz'altra legge nè soldo che 'l bottino(972). Ma que' disciplinati mercenari fea traghettare in Sicilia(973), misurando le speranze dagli stipendi; e falliangli ancora, come tutt'armi venderecce. De' cavalli toscani porta l'istoria che fur quattrocento, capitanati da Ranieri Buondelmonte, e congiurati tra loro contro quel Blasco Alagona, ch'avea tanto rinomo tra i capitani di Federigo. Ruggier Loria con l'armata li pose a terra in val Demone; indi passarono in Catania, ove chiudeasi l'angioino esercito; e braveggianti ivan per vie e piazze domandando ove trovar potessero Blasco.
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