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      In tal viaggio morì Palmiero Abate. Fu preso a Ponza combattendo, tutto lacero e sanguinoso; il gittaron prima in un carcere, poi in un fondo di galea; ove ammalignatesi le ferite per disagio e niuna cura, struggendoglisi l'animo dal rammarico di vedersi in tal essere, dinanzi quella patria per cui avea speso la sua vita perigliando venti anni tra le armi e' maneggi di stato, e ora nel maggior uopo non poteala aiutare, a vista di Catania, col nome di Sicilia sulle labbra, spirò. Fe' onorare Roberto, con esequie e sepoltura nel duomo di Catania, il cadavere di quel grande(1014).
      Arrigo d'Incisa, cittadin di Sciacca, portato a zimbello del pari, ebbe libertà dal caso, che fe' sdimenticarlo in un carcere a Catania, quando Loria ripartì con l'armata per iscorrer le costiere di mezzogiorno. Donde l'ammiraglio, volendo mostrarlo a' concittadini, mandava un legno sottile a torlo, con una grossa somma di danaro pe' bisogni dell'armata; e il legno avveniasi con un di Sicilia, che il combattè e vinse; sì che Arrigo n'andò sciolto non solamente, ma gittò ancor le mani sulla moneta angioina(1015). Corrado Doria intanto tra li artigli di Ruggiero, emulo e avaro e però di tanto più crudele, era stretto in catene, abbruciato di sete, nudrito appena di quanto bastasse a tenerlo vivo, minacciato e macerato in mille guise, perchè rendesse a Loria la terra di Francavilla. Ei durò questo martirio gran tempo; poi scrissene a re Federigo, e assentendol questi, risegnò il feudo. Ma Francavilla fu il solo acquisto, che tornò a parte angioina dallo strazio disonesto de' prigioni di Ponza.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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