Perciò Bonifazio, che dopo la sconfitta del principe di Taranto s'era nuovamente rivolto ad implorare aiuti dalla casa di Francia, e vi avea mandato oratori suoi e di re Carlo(1034), quando vide la Sicilia sempre più indomabile, e spregiarsi da' Bianchi di Toscana e legati e scomuniche(1035), prese a sollecitare più caldamente Roberto conte d'Artois, che ritornasse in Italia con forze, dandogli a ciò per tre anni le decime ecclesiastiche di sue possessioni, e i danari di mal tolto(1036); e maggiore assegnamento fece su Carlo di Valois, educato da fanciullo dalla romana corte a regie ambizioni. Costui, dopo il baratto, che si narrò, del titolo di re di Aragona con una figliuola di Carlo secondo e la contea d'Angiò in dote, si rese chiaro in arme nelle guerre d'oltremonti; e mortagli appena la moglie, pensò ritentar la via del trono, chiedendo la Caterina di Courtenay, pretendente all'impero greco, offerta una volta a Federigo, poi solennemente promessa innanzi tutta la corte di Francia a Giacomo, figlio del re di Maiorca, ch'indi a poco si fece de' frati minori, non sappiamo se per vocazione, o per dispetto dei disegni politici di Filippo e di papa Bonifazio che attraversassero il matrimonio(1037). Il papa adesso allettava Carlo di Valois con profferta di stipendio, comando d'eserciti, uficio di senator di Roma, e altre dignità: gli promettea Caterina, quand'egli muovesse alla guerra contro Federigo; e chiaramente scrivea a' vescovi di Vicenza, Amiens e Auxerre che accordassero la dispensa, vedendo preparata l'impresa entro un dato termine, che più volte fu prorogato(1038): gli facea sperare il conquisto dell'impero d'Oriente, con le medesime armi con cui combatterebbe in Sicilia: e parlò ancora d'elezione all'impero occidentale.
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