A questi sogni aggiunse la realtà delle decime ecclesiastiche in Francia, Italia, isole del Mediterraneo, principato d'Acaia, ducato d'Atene, e fin d'Inghilterra; e la metà de' crediti della corte di Roma per decime su le chiese di Francia. Con tali sussidi assolderebbe il Valois cinquemila cavalli, per condurli in Italia. Il papa esortò Filippo il Bello e 'l clero di Francia a favorir l'impresa; prolungò a questo medesimo fine la tregua, che procacciato avea tra Filippo e 'l re d'Inghilterra(1039).
Per tal modo, di settembre milletrecentouno, Carlo di Valois trovossi a corte del papa in Anagni, con re Carlo e' figliuoli; e fu chiamato capitan generale in tutti gli stati ecclesiastici, e rettore di Romagna, Marca d'Ancona, ducato di Spoleto e altre province, con larga autorità negli affari temporali(1040). Non mancaron frasi a Bonifazio per mandarlo in Toscana, con titolo di conservator della pace, e vero uficio di tradimento e di violenza: cominciando la bolla con parlare de' Magi, di Salomone, della saviezza, della pace; ed esagerando i disordini, gli scandali, la disubbidienza, e anche la ingratitudine de' popoli di Toscana alle paterne cure del pontefice, che volea mantenervi la pace, e n'avea dritto, com'era noto ad ognuno, massime nella vacanza dell'impero(1041). Si stabilì in questi consigli d'Anagni, che differita a primavera la guerra di Sicilia, svernasse il Valois in Toscana. Ito dunque di novembre a Firenze, ei fe' quanto vollero i Guelfi; cacciò i Bianchi, e tra essi quel sovran poeta, che stampava d'obbrobrio, fino alla consumazione de' secoli della presente civiltà, il nome del falso principe senza terreno.
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