Donde niuno fu che non vedesse futile e vano, il patto del rendersi l'isola alla morte di Federigo; parole da salvar le apparenze: e ciò vuol significare il Villani, chiamando questa una dissimulata pace; malcontento, come ogni altro guelfo, per la riputazione che ne perdea lor parte, la forza che crescea a' Ghibellini, tenendosi la Sicilia da Federigo. Indi tutte le fazioni d'Italia, per contrari umori, diersi a lacerare il nome di Valois, motteggiando: esser venuto in Toscana a metter pace, in Sicilia a far guerra; e aver lasciato guerra in Toscana, vergognosa pace in Sicilia(1061). E meritò maggior biasimo, di baratteria contro la corte di Roma e casa d'Angiò e tutta lor amistade, per un altro accordo fermato in questo tempo con Federigo, che l'aiutasse d'uomini e navi alla impresa di Costantinopoli, e non fermasse pace altrimenti con l'imperadore Andronico Paleologo(1062).
Promulgata da Federigo, lo stesso dì ultimo d'agosto, l'importanza del trattato, senza dir de' patti disfavorevoli, rivocossi il comando dell'adunamento in arme a Corleone; e si sciolse, dopo quarantatrè giorni, con somma gloria di Federigo d'Incisa e de' cittadini, l'assedio di Sciacca: ma la pace de' principi non tolse sì tosto la ruggine dagli altri animi: e terrazzani è soldati, scrive Speciale, mescolati vagavan ora per la città, ora per gli alloggiamenti, ma sospettosi e guardigni, per abitudine inveterata all'offendersi. In breve tempo si rimbarcò l'esercito francese per Catania: ebbe rinfreschi per ogni luogo: radendo le spiagge, n'ammiravano, massime i soldati gregari, l'amenità; e con la gaiezza e facilità di lor sangue a' sentimenti generosi, ripentiansi dell'esser qui venuti a recare e riportar tante afflizioni.
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