Stretta investigazione meritano gli scrittori Francesi, cioè l'autore del Ms. della vittoria di Carlo d'Angiò, Guglielmo Nangis, l'autore della Cronaca del monastero di San Bertino; e i fabbri Italiani della congiura, Ricordano Malespini, Giovanni Villani, l'autore della Storia anonima della cospirazione di Procida, e con essi frate Francesco Pipino, l'autor della Cronaca d'Asti, il Boccaccio, il Petrarca.
Nel Ms. della vittoria di Carlo (Duchesne, Hist. franc. script., tom. V, pag. 850), si legge che Pier d'Aragona, apparecchiando un navilio contro Carlo re di Sicilia, Siculorum monitu et uxoris, mandò ambasciadori al papa, infingendosi voler andare con grande oste sopra i barbari d'Affrica. Poi narrasi, che di febbraio (1282), un leon marino portato ad Orvieto prognosticasse co' suoi pianti le calamità che sovrastavano; e qui finisce la cronaca. In essa è notevol solo il Siculorum monitu, che si potrebbe per altro interpretare per consigli degli usciti Siciliani rifuggitisi in corte d'Aragona.
Più espresso il Nangis. Secondo lui Pier di Aragona, ingrato ai re di Francia, stigato dalla moglie, co' Siciliani, qui jam contra regem Siciliae Carolum conspiraverant, confoederatus est. Nam missi Siculorum, Panormitanorum maxime et Messanensium, ad ipsum tum convenerant, dicentes quod si contra regem Carolum vellet cum ipsis insorgere et eosdem tueri, de caetero ipsam in regem et dominum reciperent et haberent..... Circa idem tempus (1281) Petrus Arragoniae rex assensum dedit Siculis qui contra dominum suum regem Siciliae Carolum conspiraverant, etc.
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