Questo autore fa parola (cap. 25 a 42) del proponimento di Pietro a vendicare Manfredi e Corradino, ed Enzo (egli aggiugne, chiamandolo Eus); e degli armamenti che preparava. Senz'altro passa, nel cap. 43, a raccontare il tumulto di Palermo, nella festa a una chiesa presso il ponte dell'Ammiraglio, che invero non è discosto dalla chiesa di Santo Spirito. Dice delle ingiurie alle donne; e che i Francesi col pretesto di frugare per l'arme los metian la ma (così in suo catalanesco) e les pecigavan e per les mammelles, e poi zoppicando continua a raccontar l'andata di Piero in Affrica; dove a magnificare il suo re, fa venire, con vele negre alle galee e vestiti a gramaglie, gli ambasciatori di Palermo e delle altre città; li fa parlar da fanciulli e da schiavi; e sì via procede nella narrazione.
Ben altra gravità istorica s'ammira nel D'Esclot, cavalier catalano, che scrisse nel 1300 (D'Esclot, tradotto in castigliano da Raffaele Cervera. - Barcellona 1616, Pref. del traduttore; e Notizia del Buchon, innanti la ed. del genuino testo catalano. - Parigi 1840). Questo autore non è scevro di tale spirito nazionale che trascende alla vanità; ma il veggiamo benissimo informato de' fatti, penetrante nelle cagioni, pregevole per ordine nella narrazione e dignità di stile. Porta in compendio parecchi documenti, che con molta fedeltà rispondono agli originali pubblicati gran tempo appresso in altri paesi. Nondimeno pende troppo a parte regia, ma senza viltà. Costui tace al tutto i disegni del re d'Aragona; degli armamenti dice che fossero apparecchiati per la impresa d'Affrica, che assai minutamente descrive.
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