Più forte sarà quella di Saba Malaspina. Le istorie del quale si han divise in due parti: la prima che giugne infino al 1275, pubblicata, tra gli altri, dal Muratori (R. I. S. tom. VIII); la continuazione infino al 1285, per noi importantissima, data in luce dal di Gregorio (Bibl. arag., tom. II). Questi dotti nelle prefazioni notavano la gran fede che si debba all'istorico, prestantissimo secondo i suoi tempi. Ei fu Romano (de urbe, leggesi nel fin della istoria, in di Gregorio, loc. cit., pag. 423), decano di Malta, e segretario di papa Martino IV; e scrisse negli anni 1284 e 1285, con fresca memoria de' narrati avvenimenti. Nel principio del libro protesta: nec ambages inserere, aut incredibilia immiscere, sed vera, vel similia; quae aut vidi, aut videre potui, vel audivi communibus divulgata sermonibus: e ben potea tener la parola stando appresso Martino, quando la corte di Roma era centro della politica di tutta cristianità e governava al tutto il regno di Napoli nei pericoli della siciliana rivoluzione; talmentechè è probabilissimo, che lo stesso Malaspina scrivesse molte delle sentenze e bolle di Martino, e trattasse gli affari più gravi; è certo ch'ei ne fu appieno sciente. Infatti la narrazione sua, quando tocca i processi della corte di Roma contro Pier d'Aragona, s'accorda perfettamente con gli originali al presente pubblicati; quando scorre i vizi del governo angioino, si riscontra con le leggi di quello, o le contrarie promulgate appresso il vespro; e vi si legge: frequentissime vidi.
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