Questo volume č una scelta di epistole del secol XIII, autentiche e poste a modello di stile epistolare in que' tempi. Dopo un gran numero di lettere del cardinal Tommaso da Capua, di Pietro delle Vigne, e di altri, si trovano in continuazione tre documenti relativi alla rivoluzione del vespro siciliano. Il primo č la lettera dei Palermitani ai Messinesi, pubblicata tante volte e da me riprodotta, docum. V; segue immediatamente la bolla di Martino IV, Cogit nos temporis qualitas, pubblicata in Raynald, ec.; e immediatamente appresso il presente documento, che č la risposta a quelle intimazioni del papa. Tutto porta a crederlo autentico, come sono senza eccezione le altre epistole del volume: e anche par che sia stato seguito l'ordine cronologico nel trascriverle. Nel testo io ho sostenuto ( vol. I, pag. 150), che tale audace rimostranza fu scritta per certo in Sicilia e in quel tempo: basta a leggerla per convincersi di questo. Se poi fosse stata veramente spedita alla corte di Roma, a nome del popolo siciliano, non saprei affermarlo. Ne farebber dubitare le gravi e ardite parole, che rade volle si usano negli atti pubblici; ma č probabilissimo, che vedendo il contegno del papa, e perdendo ogni speranza di placarlo, il governo repubblicano della Sicilia, o qualche privato cittadino, abbian voluto squadernargli in faccia i suoi torti con lo stesso coraggio con cui in que' giorni si resisteva in Messina all'esercito di Carlo d'Angiņ. La rimostranza sembra scritta nella state del 1282, e certamente prima della esaltazione di Pietro d'Aragona.
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