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      I giurati furono dapprima un tribunato, o un pubblico ministero, che vegliava alla retta amministrazione della giustizia nel proprio comune, e alla condotta degli uficiali regi; nè amministravano in quella prima istituzione le cose del municipio, ch'è stato per lo più un uficio insignificante, e, come dicono gl'Inglesi, "servente il tempo," e stromento docilissimo del potere assoluto.
      Oltre a ciò è noto, che nelle monarchie feudali le nazioni furon piuttosto aggregati di vari piccioli corpi politici, che comunanza di uomini regolata dall'azione diretta del governo. Il poter sovrano in molte parti dell'ordinamento civile non operava su gl'individui, ma su i loro rappresentanti: volgeasi a ciascun corpo di vassalli feudali per mezzo del barone, a ciascun corpo di borghesi per mezzo della municipalità. Ondechè, se in tutt'altra monarchia feudale de' secoli XII e XIII era ormai necessaria la esistenza delle municipalità, sembrerà impossibile che mancassero in Sicilia, ove la feudalità nacque sì moderata; ov'erano molte proprietà allodiali, grosse e superbe città, e perciò una vasta massa di popolazione su la quale il governo non avrebbe saputo agire senza il mezzo de' corpi municipali, massime in ciò che risguardasse la contribuzione ai bisogni, pubblici, sia con servigio personale, sia con moneta.]
      (7) Chron. Mon. S. Bertini, presso Martene e Durand, Thes. nov. Anec. tom. III, pag. 732.
      (8) Questo è il medesimo cognome di Dante, che si scrivea Aldigherius nel secolo XIV, come veggiamo nel comento di Benvenuto da Imola.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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