22, a t., ai segreti, portulani, e maestri di zecca. In Sicilia ci avea un segreto solo, un sol portolano, e il Siclarius di Messina. Il pretesto dell'accatto era l'urgenza di pagare i soldati mercenari, e il censo alla corte di Roma. E in molti luoghi fu mandato, come era solito, a sollecitare il pagamento un Droetto da Genlis. Altri del 23 febbraio, 5 e 30 marzo (1276) per simili imprestiti. Richiedeansi ai giustizieri once 2,000 per ciascuno; nel r. archivio di Napoli, reg. segn. 1291, A, fog. 93, 94, a t. 95 e 102.
Diploma del 5 settembre, sesta Ind. (1277) a' giustizieri, che mandino incontanente danaro, tam de pecunia ipsa mutuanda per te, quam de recipienda mutuo a divitioribus et melioribus dicte jurisdictionis tue a quibus statim et brevi manu haberi possint, ita quod mutuum ipsum generale non sit nec in eo pauperes, etc. R. archivio di Napoli, reg. 1268 O, fog. 3.
Conto dei giustizieri di Sicilia, ibid., fog. 75, ove si parla d'altri imprestiti somiglianti.
Altri diplomi su imprestiti non restituiti da Carlo I, son citati dal Vivenzio, Storia di Napoli, tom. II, pag. 12.
(56) Memorie storiche ed economiche sopra la moneta bassa di Sicilia, di Antonino della Rovere, Palermo, 1814, cap. 3.
(57) Documento II.
Molti particolari per la monetazione d'oro in Napoli si trovano in un diploma del r. archivio di Napoli, reg. 1268, O, fog. 91.
(58) Capitoli del regno di Sicilia, cap. 10 di re Giacomo.
Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282, pag. 25.
Saba Malaspina, cont. loc. cit., p. 332.
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