64.
Questa impresa d'Acri ci attestan anco moltissimi diplomi del r. archivio di Napoli, dati a 3, 4, 12 e 28 febbraio 1278, e molti in marzo, aprile, maggio, giugno, luglio e agosto seguenti: registro segnato 1268, A, fog. 136, 138, 71 a t. 130, 141, 142, 78, 84, 144 a t. 135 a t. 85, 86, 87, 99, 100, 165. Ma resta in dubbio se tutti quegli armamenti, dei quali non č espresso lo scopo, fosser volti alla impresa di Siria, o se parte si volea serbare alla custodia di Sicilia e di Puglia; su di che veggasi il seguito di questo medesimo capitolo.
(127) Ricordano Malespini, cap. 204.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 54.
Cronaca sic. della cospirazione di Procida, in di Gregorio, Bibl. arag. tom. I, pag. 254.
(128) Da tutti gli storici contemporanei, e meglio dai fatti si ritrae ciņ manifestamente.
Si ricordino ancora i versi di Dante:
Perņ ti sta che tu se' ben punito,
E guarda ben la mal tolta monetaCh'esser ti fece contro Carlo ardito.
Inf., c. 19.
(129) Saba Malaspina, cont., pag. 339.
(130) Credeasi allora che i figli maschi di Manfredi fossero morti, perchč Carlo d'Angiņ li tenea in carcere, forse con grandissimo segreto, accreditando la voce della morte, per toglier qualunque speranza ai partigiani di casa sveva. I figli di Manfredi eran bambini quando Carlo prese il regno; nč egli si volle bruttare di quattro assassinī di tal sorta, d'altronde non utili, e ben suppliti da una prigionia segretissima e sepolcrale. Cosģ gli storici contemporanei portano spenta la discendenza maschile di Manfredi, e sol di lui rimasa Costanza, e la seguente sorella Beatrice, che fu liberata nel 1284 per la vittoria dell'armata siciliana nel golfo di Napoli.
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