(220) Bart. de Neocastro, cap. 15.
Anon. chron. sic. pag. 147.
Fazzello, deca 2, lib. 1, cap. 2, racconta una battaglia tra queste navi messinesi e le palermitane, capitanate da Orlando de Milio esule di Palermo. Seguendo il mio proposito di non prestar fede che ai contemporanei, ho taciuto questo fatto, niente certo e brutissimo.
(221) Bart. de Neocastro, cap. 24.
(222) Bart. de Neocastro, ibid.
(223) Saba Malaspina, cont. pag., 358.
(224) Bart. de Neocastro, cap. 24.
(225) Anon. chron. sic., pag. 147.
D'Esclot, cap. 81, porta troppo brevemente la rivoluzione di Messina, e non senza inesattezze.
(226) Bart. de Neocastro, cap. 24, 25, 30.
I nomi di quei giudici si ritraggono da un diploma del 10 maggio 1282, ne' Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. H. 4, fog. 116, trascritto dal tabulario della chiesa di Messina. Ivi si legge l'intitolazione:
Tempore dominii Sacrosanctæ Romanæ Ecclesiæ et felicis communitatis Messanæ anno I. Residente Capitaneo in Civitate Messanæ nobili viro domino Baldoyno Mussono una cum suscriptis judicibus civitatis ejusdem, etc. Or questo una cum, fa comprendere che i detti giudici, nome che allor davasi a tutti i legisti, fossero compagni nel governo al capitano, cioè i consiglieri de' quali parla il Neocastro, ch'era un d'essi appunto.
(227) Da tutte le memorie del tempo appare, che questa famiglia de Riso da Messina fu nobile, e potente, e piena d'uomini valorosi, ancorchè sventuratamente si fossero gittati al tristo cammino di parteggiare contro la patria. Di ciò fu punita severamente questa schiatta: spentane la più parte; gli altri condotti a mendicare un pane da' nemici del lor paese.
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