(276) Saba Malaspina, cont., pag. 371, scrive quidam Antropi cives archipopulares. Alla interpretazione dell'Antropi indarno mi sono affaticato. L'egregio mio amico G. Daita, professor di eloquenza in Palermo, giovane d'alto ingegno e molta perizia nelle lettere latine, pensa che con quella voce, che in greco suona uomo, Malaspina volesse significar filantropi, o veramente scaltri, bravi, uomini di tutta botta. Io aggiognerei che forse l'Antropi (che si vede cosė con la prima lettera maiuscola nel testo pubblicato dal di Gregorio) potrebbe essere nome proprio di qualche famiglia.
(277) Bart. de Neocastro, cap. 41.
Saba Malaspina, cont., pag 370-71.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 66 e 67.
Giachetto Malespini, cap. 211.
Cron. della cospirazione di Procida, pag. 267.
Nic. Speciale, lib. 5, cap. 9.
La risposta d'Alaimo, e le rampogne de' Messinesi al legato quando si ruppe il trattato, l'ho cavato in gran parte da Neocastro e da Malaspina.
(278) Gio. Villani, lib. 7, cap. 66.
(279) Nic. Speciale, lib. 5, cap. 9.
(280) Saba Malaspina, cont., pag. 371.
(281) Bart. de Neocastro, cap. 41.
Saba Malaspina, cont., pag. 371-72-73.
Di questo tempo v'hanno nel r. archivio di Napoli pochi diplomi, com'č ben naturale. Ne noterem tre, i quali se non ispargon molta luce su i fatti che narriamo, servono ad attestare la permanenza di re Carlo nel campo. L'uno č dato in castris in obsidione Messane, a 3 settembre undecima Ind. (1282) per armenti in terraferma; l'altro nello stesso luogo il 10 settembre per alcuni cavalieri mercenari, reg. segnato 1283, E, fog.
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