1 e 14. Ibid., a fog. 14 si legge un diploma più importante, con la stessa data del campo sotto Messina a 7 settembre. Carlo rifiutava tre galee di Marsiglia che voleano entrare ai suoi soldi, e diceva egli averne pur troppe. Su queste galee la principessa di Salerno sua nuora, era andata da Marsiglia fino alla riviera di Genova, ove sbarcò per venire a Napoli per terra col marito. Le galee erano andate anco a Napoli, e s'offrivano ai servigi del re.
(282) Nic. Speciale, lib. 1, cap. 14.
(283) Stromento da batter le mura, che terminavasi in un capo di gatto, come appo gli antichi l'ariete.
Chiamavasi anche gatto una fortissima tettoia mobile su ruote o altrimenti, di che coprivansi gli assalitori mentre percotean le mura. Era la tettoia di grosse travi a graticcio, coperta di assi, e foderata di cuoio, e talvolta anche sormontata di uno strato di terra, da scemare e sostener l'urto di ciò che gettasser d'in su i muri gli assediati. Vedi d'Esclot, cap. 161 e seg., e Bartolomeo de Neocastro, cap. 110, che ne fanno menzione, l'uno nell'assedio di Girona, l'altro in quel d'Agosta.
(284) Torricciuole di legno mobili su ruote interiori. In cima v'era congegnata una lunga trave, che serviva di ponte agli assalitori, calandosi sul muro quand'era approcciata la torricella. Questa così somigliava a una cicogna che stenda il lungo collo; e propriamente si chiamava cicogna o telone la trave. Veg. Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 22, nell'assedio del Castel d'Aci.
(285) Bartolomeo de Neocastro dice maestro.
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