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      Ibid. fog. 108.
      Si prepararono ancora molte macchine da guerra, delle quali par che fossero espertissimi i Saraceni della colonia siciliana trapiantata in Lucera dall'imperator Federigo, una o due generazioni innanzi quest'epoca. Due diplomi del 23 aprile, reg. citato, fog. 91 a t. e 104 provvedono di mandarsi a Manfredonia per l'impresa di Sicilia, quattro de ingeniis curie della fortezza di Lucera de' Saraceni.
      Un altro del 6 maggio, ibid. fog. 91 a t., per assoldar cento Saraceni al servigio di queste macchine, le quali indi si vede che dovean essere molto grandi e importanti. Per un altro diploma del 13 maggio, ibid. fog. 103, si veggono assoldati nell'oste di que' Saraceni 9 militi, 90 cavalli e 500 fanti. Altri diplomi dati di Melfi il 12 marzo duodecima Ind. (1284) provvedeano 300 archi d'osso pei Saraceni militanti nell'esercito, 290 cavalli per gli arcieri saraceni, 200 spalleria, suprapunta, cocceros, et faretras pei medesimi; reg. 1283, A, fog. 43 e 44: ed ivi a fog. 44 a t. altri diplomi del 20, 21 e 23 marzo per armi e cavalli di altri 170 arcieri saraceni di Lucera. Altri diplomi leggonsi nel medesimo reg. fog. 103, uno dato il 23 aprile per cuoia di buoi e bufali, un altro il 6 maggio per altri materiali e stromenti, tutti per l'impresa di Sicilia. In quest'ultimo si legge di fornirsi 200 lapidum finarratorum pro ingeniis.
      (479) È notevole la cura che il governo angioino di Napoli si prendea per custodir le sue spiagge, pur mentre preparava un'armata e un'oste d'invasione contro la Sicilia.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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