XVIII, pag. 304, dove è errato il giorno della battaglia, e portato il numero delle nostre galee a 33, delle nemiche a 55.
Cronaca di Cantinelli, presso Mittarellì, Rer. Faventinarum script. Venezia, 1771, pag. 311.
Ferreto Vicentino, in Muratori, R. I. S., tom. IX.
Tolomeo di Lucca, ibid., tom. XI, pag. 1303.
Gio. Villani, lib. 8, cap. 29, che si mostra assai male informato dei fatti di tutta questa guerra. Ei fa montare le galee nemiche a 70, e le nostre a 60, e dice Federigo Doria ammiraglio dell'armata siciliana. I nostri storici tacciono il nome di questo ammiraglio.
Una delle galee siciliane prese in questa battaglia fu prestata dal governo di Napoli a Francesco Ildebrandini di Firenze. Diploma dato di Napoli a 20 luglio duodecima Ind. (1299), reg. cit., 1299, A, fog, 174, a t.
(912) Annali di Forlì, in Muratori, R. I. S., tom. XXII, pag. 174. Vi si legge qualche errore nella cronologia di questi fatti; ma ciò non toglie alla ragione probabilissima che l'autore assegna a questa partenza di Giacomo, da non potersi spiegare abbastanza con la moderazione verso il fratello, o infedeltà con parte angioina, che gli attribuiscono gli scrittori guelfi.
La stessa ragione è detta nella cronaca di Cantinelli citata nella nota precedente. Ivi si legge che Giacomo tornò in Catalogna, quia dominus papa Bonifacius noluit sibi dare stipendia que sibi promiserat.
(913) Questa testimonianza dello Speciale, acquista maggior fede da' documenti del r. archivio di Napoli.
Diploma del 24 giugno 1299, pel quale si provvede che i condottieri, con le compagnie mercenarie, si faccian trovare a Nicotra, ove andrà Giacomo con la flotta a imbarcarli.
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