Al momento gli era stata conceduta l'aspettativa d'un feudo del valore di once 50 annuali. Or gli si assegnavano i casali Chanzerie, Consene, Contiminii et Racalginegi exhabitata ab antiquo, di qua dal Salso, presso Caltagirone. Ibid., fog. 86.
Diploma dato di Napoli il 20 luglio tredicesima Ind. 1300, in cui n'è trascritto uno di Roberto, dato di Catania a 11 ottobre 1299. Son conceduti a Giacomo di Catania, figliuolo di Virgilio, i castelli di Calatamauro e di Bivona, tenuti, il primo da Guglielmo Calcerando, l'altro da Ugone Talach. La concessione in Catania si vede fatta, com'era uso, innanzi molti nobili, Guglielmo eletto Salernitano, vicario pontificio nell'isola e cancelliere del re, Loria, Amerigo de Sus, Ruggier Sanseverino, e altri conti. Ibid., fog. 33 e 64. Il principio di questo diploma è nel fog. 33, il fine nel 64, perchè questo e molti altri registri furono legati ad occhi chiusi negli andati tempi. Ma si veggon le tracce della antica numerazione delle pagine, cioè xxxij nel attuale 33, e xxxiij nell'attuale 64.
Ho cavato dal r. archivio di Napoli i nomi degli altri traditori, per congegnarli alla esecrazione di tutti i Siciliani. Oltre Napoleone Caputo, di cui parla lo Speciale, e Simone e Giacomo di Catania, l'un fratello, l'altro figliuolo di Virgilio, furono Gualtiero Pantaleone, Gualtiero Lamia e Tommaso Connestabile.
Diploma del 26 dicembre 1299, pel quale Napoleone di Catania fu creato consigliere e famigliare del re, con la stessa formola del diploma della medesima data per Virgilio di Catania.
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