Perciņ si tolga dal novero degli scrittori Arabi Siciliani questo Segestano postovi da alcun compilatore di Giornale di Scienze e Lettere, che un tempo si pubblicava in Palermo sotto gli auspicii della Polizia e la direzione del Mortillaro(22). Va eliminato al pari un Hāmid-ibn-Ali, che il Mortillaro suppose siciliano, senza per altro affermarlo, nella illustrazione di un bell'astrolabio in ottone che v'ha in Palermo(23), delineato il 343 dell'egira (954-955) dal detto Hāmid, e, com'io credo, copiato sul metallo qualche secolo appresso(24), per uso d'un personaggio, il cui nome va letto Scerf-ed-dīn-Ahmed-ibn-Mongiā-ibn-Nāgi-ibn-Mohammed, della tribł di Sa'd, nato o dimorante in Zenkelūn, terra in Egitto(25). Il nome dell'autore va bene, e anco il tempo in cui visse; poichč l'astronomo Ibn-Iunis, che morģ il 1008, cita appunto tra i pił celebri costruttori di astrolabii questo Hāmid-ibn-Ali, da Wāset, aggiugne egli, e cosģ toglie luogo ad ogni contesa su la patria(26).
Raccolti e studiati i materiali, senza rimorso di lasciarne addietro che fossero di momento, ho scritto la Storia, scopo di quelle mie ricerche. E comincio a pubblicarla prima della Biblioteca Arabo-Sicula, sģ che ne presento adesso il primo volume, e gli altri due intendo stamparli a un tempo con quella raccolta. Ho cavato i fatti, in primo luogo dai settanta scrittori arabi, inediti la pił parte, che compongono la Biblioteca; i nomi dei quali, accompagnati di cenni biografici e bibliografici, si leggeranno nella seconda parte della Tavola Analitica in fin di questa Introduzione.
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