Non tutti fornirono la stessa somma di danaro: poichč chi pagņ in una volta tutte le cinque quote di ogni messa, le quali si doveano fornire successivamente; e chi fu richiesto d'una o due quote, e non fu sollecitato per le altre: i particolari del qual conto van trattati tra me e i soscrittori, e al pubblico non ne debbo dir altro che il beneficio e la gratitudine mia. Mutato alla fin del 1846 il disegno della pubblicazione, e intrapresa questa dall'editore signor Le Monnier, io non ho altrimenti usato, d'allora a questa parte, il comodo che mi aveano offerto sģ liberalmente i soscrittori.
Parigi, luglio 1854.
TAVOLA ANALITICADELLE
SORGENTI ARABICHE DELLA STORIA DI SICILIA.
PARTE PRIMA. - OPERE PERDUTE.
I. Ibn-Katā' (Abu-'l-Kasem-Ali-ibn-Gia'far-ibn-Ali, detto Ibn-Katā') discendente della regia schiatta aghlabita, nacque in Sicilia il 433 (1041-1042); uscģ dopo il conquisto normanno, e morģ in Egitto il 515 (1121-1122). Di questo sommo filologo darņ, a suo luogo, la biografia. Tra le molte opere ch'ei scrisse, era un Tārīkh-Sikillīa (Cronica di Sicilia) ricordato da Soiūti(28) e da Hagi-Khalfa(29). Nessuno annalista par che abbia letto quella cronica. Compose di pił El-Dorra-el-Khatīra (La nobil Perla), antologia dei versi di censettanta poeti arabo-siculi(30), della quale molti frammenti ci ha conservato Imad-ed-dīn da Ispahan(31); e ciņ si vegga al n° XXVIII della parte seconda di questa Tavola.
II. Abu-Zeīd-el-Gomri, di origine berbera come sembra al nome, scrisse anch'egli una cronica di Sicilia.
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