Domenico Macrì maltese, nel 1632, voltò in italiano il capitolo della Sicilia, come lo si trovava nel compendio; la quale versione fu rinvenuta in Palermo tra i MSS. di Domenico Schiavo: e sì il 1764 comparve nel tomo VIII degli Opuscoli di autori siciliani, rabberciata, annotata, corredata di una prefazione e messovi il nome dell'autore, Scherif Elidris. E ciò per opera di Francesco Tardìa, da me ricordato nella Introduzione; il quale non avendo potuto aver alle mani il testo, si sforzò a correggere almeno i nomi topografici indovinando le lettere arabiche a traverso le trascrizioni del Macrì, e il più sovente sbagliò; ma del resto non si mostrò digiuno di erudizione arabica. Il Di Gregorio ristampava nel Rerum Arabicarum il detto capitolo, in arabico e latino, con qualche correzione. Ritrovatisi intanto i MSS. dell'opera originale, M. Jaubert, incoraggiato dalla Società Geografica di Parigi, la traducea tutta in francese(69) non senza molte inesattezze. Adesso io ho riveduto il testo del Di Gregorio; aggiuntavi la introduzione che appartiene di dritto alla Storia letteraria di Sicilia, e i molti squarci dell'originale che mancano nel compendio; e altri squarci di più che danno notizie su la Storia di Sicilia, ancorchè si trovin fuori della descrizione geografica dell'isola. Ho adoperato i MSS. seguenti, che denoterò per lettere dell'alfabeto;
A. MS. della Biblioteca imperiale di Parigi, Suppl. Arabe 893, in-fog., caratteri affricani non belli, copiato in Spagna il 1344, designato con la stessa lettera A nella versione di M. Jaubert;
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