Questo č il pregio delle opere che ci rimangono di lui. La principale intitolata Tārīkh el-Islām č tavola cronologica, divisa per decennii e corredata alla fine di ciascun decennio da una lunga serie di cenni biografici. La Biblioteca di Parigi ne possiede due volumi staccati, Ancien Fonds 626 e 646, dei quali il primo corre dall'anno 1° al 40° dell'egira, l'altro dal 301 al 370. Un altro MS. della stessa Biblioteca, Ancien Fonds 753, che abbraccia gli anni dal 581 al 620, mi pare appartenente non al Tārīkh, ma al compendio che ne fece lo stesso Dsehebi, del quale v'ha esemplari a Leyde e altrove(96). Pochissime notizie ho cavato, sģ da cotesti tre volumi, sģ dai due del Suppl. Arabe 746, opera dello stesso autore, intitolata Kitāb el-'iber ec. (Avvertimenti su le geste dei trapassati). All'incontro, ho preso una ventina di buoni cenni biografici di Siciliani, dal MS. di Leyde, n° 654 Warn., Catalogo del Dozy, tomo II, p. 205, n° DCCCLXXVI, compendio che fece il Dsehebi dell'Anbā en-Nohā di Abu-Hasan-Ali-el-Kifti, morto alla metą del XIII secolo.
LVI. Scehāb-ed-dīn'Omari (Abu-Abbās-Ahmed-ibn-Iahīa), detto Ibn-Fadhl-Allah, soprannominato anche Dimascki, da Damasco ond'era oriundo, e 'Omari dal nome di Omar il grande, dal quale pretendea discendere; nacque verso il 1300 di famiglia benemerita ai sultani d'Egitto; fu professore di tradizion del Profeta; servģ nelle cancellerie di Damasco e del Cairo; e morģ il 1349. Costui accozzņ una enciclopedia a modo suo, intitolata Mesālek el-Absār ec.
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