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      Le città più grosse, straziandosi in guerra tra loro e ciascuna dentro da sè stessa; snervate dal lusso, ch'è figlio di civiltà ma uccide la madre; e logore, sopra ogni altra cagione, da tre secoli di guerra continua contro Cartagine, presto soggiacquero alla rozza vigoria di Roma (anni 241-210 avanti l'era volgare). Roma usò e abusò gli avvantaggi dell'acquisto; il primo che facesse fuor la Penisola e fin allora il più ricco. Abbattuta tanto più agevolmente Cartagine quanto l'aveano stracca le guerre con la Sicilia; fatto scala di quest'isola ad altre imprese nel Mediterraneo; accattate da lei le prime dolcezze della cultura intellettuale e del viver dilicato, i vincitori non si saziarono che non divorassero la provincia. La chiamarono granaio del popol romano, e sì vollero farne un gran podere e nulla più. Per un verso o per un altro incominciò il suolo siciliano a divenire proprietà pubblica di Roma o privata dei nobili; incominciarono a formarsi in Sicilia come in terraferma i latifondi, che rimasero a proprietarii romani o d'altre parti d'Italia infino al settimo secolo, nè sparvero che al conquisto musulmano. Ma infin dal principio della dominazione romana vasti tratti di terreno si tennero a pascolo; prima degradazione, che si accrebbe affidandosi gli armenti a schiavi marchiati in fronte, ignudi o coperti di ruvide pelli; i quali armati di mazze, spiedi e bastoni, a due, a tre, poi a frotte, si davano a ladronecci per campar la vita; poichè i padroni lor davano, in luogo di salario o vitto, la impunità dei misfatti(110). Da un'altra mano i cavalieri romani, o, come or diremmo, i cittadini della classe di mezzo, presero in fitto molte terre dell'isola per coltivarle con le braccia d'altri schiavi marchiati, incatenati, chiusi negli ergastoli la notte, menati al lavoro con la sferza(111). A tal empio sistema d'industria agraria si aggiunse la enormità delle gravezze, che prendeano il quarto, come si crede(112), del ritratto delle terre, senza contare i balzelli su le altre arti e commercii.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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