E ciò intervenne per cagion dei molti Italiani che si rifuggivano nelle isole; per la fratellanza che spirava la comune oppressione di tutte le province occidentali dell'impero; e sopratutto per procaccio dei papi, che ormai aveano acquistato grandissimo séguito in Sicilia.
CAPITOLO II.
A creder le pie leggende locali, il cristianesimo ebbe precoci e splendidi principii in Sicilia. San Pietro, dicono, s'affrettò a mandarvi d'Antiochia (a. 44) i primi vescovi: Marciano a Siracusa, Pancrazio a Taormina. Vennero pochi anni appresso, Berillo a Catania, Libertino a Girgenti, Filippo a Palermo, Bacchilo a Messina. I quali tutti perseguitati e persecutori, abbattono tempii pagani, rintuzzano oracoli, uccidono dragoni; Marciano, ascoso nei laberinti sotterranei della capitale, vi compone un altare con l'effigie della Vergine ed è strangolato da' Giudei; Maria e Teja incontrano alsì il martirio a Taormina per serbar castità; e presso lor tombe s'innalza il primo monistero di donne dell'orbe cristiano. Cotesti racconti, ancorchè accettati alla rinfusa nei libri della corte di Roma, furono messi in forse pei principii del decimottavo secolo, da due grandi eruditi siciliani, Giambattista Caruso e Giovanni di Giovanni(122). Agli argomenti loro parmi da aggiugnere, che gli Atti degli Apostoli, narrando sì minutamente il viaggio di San Paolo a Roma (a. 61 ) e com'egli fosse soprastato per tre dì a Siracusa(123), non fan parola, secondo lor costume, di correligionarii o amici trovati in quella città; donde al certo non si confermano i fasti di San Marciano.
| |
Italiani Sicilia Sicilia Pietro Antiochia Marciano Siracusa Pancrazio Taormina Berillo Catania Libertino Girgenti Filippo Palermo Bacchilo Messina Marciano Vergine Giudei Maria Teja Taormina Roma Giambattista Caruso Giovanni Giovanni Atti Apostoli San Paolo Roma Siracusa San Marciano
|