Quivi fondarono due Stati: l'uno in Mesopotamia che si addimandň il reame di Hira, prima tributario, poi provincia della Persia; l'altro presso la Siria. E questo ebbe per sede Palmira; si illustrň coi nomi di Odenato e Zenobia; e, distrutta Palmira, le tribů, senza soggiornare altrimenti in grosse cittŕ, furono note sotto la appellazione di Ghassanidi: comandate alsě da un principe; soggette sempre all'impero romano, il quale occupň anche qualche cittŕ della Arabia settentrionale, Petrea, come la dissero i dominatori. L'altra gente prese il nome da Adnân, tenuto discendente di Ismaele. Piů compatta della prole di Kahtân, parlava unica lingua; tenea l'ingrato e vastissimo terreno delle regioni centrali. Pastori nomadi o mercatanti di carovana, gli Ismaeliti non ubbidirono a principi; vissero nella rozza franchigia della tribů, anche que' ch'ebbero stanza ferma lŕ dove il luogo ne concedea. Gli stranieri non s'invogliarono giammai di soggiogarli; nč essi l'avrebbero sofferto, se non che alcuna tribů riconobbe, di nome e per poco, i monarchi del Iemen, o i Persiani.
Considerati cosě gli abitatori dell'Arabia secondo il legnaggio, i due tronchi parranno dissimilissimi l'uno dall'altro; si comprenderŕ perchč si oltraggiassero a vicenda; perchč la nimistŕ della schiatta durasse fin sotto la potente unitŕ dell'islamismo, fino alle remote spiagge dell'Atlantico, ove le portň insieme la vittoria. Ma se si riguardi ai costumi piuttosto che al sangue, si troveranno da una banda i soli cittadini e agricoltori del Iemen, dall'altra il rimanente di Kahtân e tutta Adnân; il grosso della nazione arabica, non ostante l'antagonismo di schiatta, comparirŕ ridotto ad unica stampa dalla vita nomade.
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