Ma lasciò anco il Profeta una generazione d'uomini che potea trionfare di questi e di maggiori ostacoli. Maometto avea maturato in veraci virtù i capricci cavallereschi della nazione. Mentre allettava la comune degli uomini coi vili beni di questo mondo e gli imaginarii godimenti dell'altro, avea spirato agli animi più puri lo zelo della verità morale; ai più malinconici la fede; agli uni e agli altri una stoica abnegazione; a tutti l'amor della patria; chè patria ed islamismo furono per gli Arabi di quel tempo una sola idea. Io non dirò altrimenti della magnanimità di tanti compagni del Profeta, perch'è nota a tutti, e i nomi di Abu-Bekr, Omar, Alî, Khâled, Sa'd-ibn-abi-Wakkas agguaglian forse que' degli Aristidi, de' Cincinnati e degli Scipioni. De' sentimenti che prevaleano in tutta la nazione voglio addurre uno esempio solo; e son le parole d'un Beduino, diligentemente conservate dalla tradizione, e trascritte da Tabari, che fu il primo che dettasse gli annali dell'islamismo. Tre anni appresso la morte del Profeta, trentamila Arabi afforzandosi con sapienti mosse tra i canali dell'Eufrate inferiore, fronteggiavano centomila Persiani condotti dal più sperimentato capitano della Persia. Avanti di venire alla decisiva battaglia di Cadesia, aveano gli Arabi mandato oratori a Iezdegerd ultimo re sassanida: il quale, sentendo parlar da conquistatori que' ch'era avvezzo a risguardar come vassalli, sdegnosamente li domandò qual delirio spingesse gli Arabi a provocare le armi della Persia; gli Arabi, dicea, poveri e divisi e ignoranti e barbari più che niun altro popolo della terra.
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