Raccolto quanto tesoro potè, l'esercito musulmano si ritrasse a capo di quindici mesi dal dì che avea passato la frontiera d'Egitto(193). Un diligente scrittore porta che in questo tempo gli abitatori della penisola di Scerik, che guarda la Sicilia, si riparassero nella lor città di Kalibia (Clypea), e di lì a poco nella vicina isola di Pantellaria; ove alzaron fortezze e stettero lunga stagione, finchè non andò a snidarli un'armata musulmana(194). Ma più probabile mi sembra che la fuga in Pantellaria seguisse una ventina d'anni dopo, quando la infestagione si venne a mutare in conquisto.
Perocchè gli Arabi saviamente audaci, non sendo per anco cresciuti di numero con assimilarsi i popoli vinti, tennero nelle prime vittorie uno di questi due modi. Ne' paesi ove parea loro di stanziare, poneano un grosso campo come i Romani, e occupavano qualche città: di che è esempio il disegno di A'mr-ibn-A'si, che si affortificò a Fostat, presso al Cairo d'oggi, e fece d'Alessandria un ribat, o, a modo nostro di dire, una piazza di frontiera; ove lasciò in presidio la quarta parte delle genti da scambiarsi ogni sei mesi con un'altra quarta parte che scorrea la costiera(195), mentre le altre due quarte rimaneano col capitano(196). Al contrario nelle regioni troppo lontane facean grosse correrie, movendo dalle piazze di frontiera e quivi tornavansene col bottino e le taglie, come abbiam detto di Cipro, della Sicilia e dell'Affrica. Ma sovente accadea che l'agevolezza della vittoria, le occasioni che nasceano, e il rigoglio delle tribù arabe presto ingrossate di clienti stranieri, allettassero ad occupar coteste provincie, come le altre di cui si è detto.
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