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      I Sifriti, côlta l'occasione che il fior della milizia araba fosse andato ad osteggiar la Sicilia (740), levaronsi nel Maghreb, condotti da un Maisar che avea fatto l'acquaiolo a Kairewân; presero Tanger; gridaron califo l'acquaiolo; e accolte senza scrupolo sotto lor bandiere alcune tribů che non professavano l'islamismo, combatterono insieme la causa nazionale contro gli Arabi. Dettero a costoro due sanguinosissime sconfitte, la seconda delle quali fu chiamata dagli Arabi la giornata dei Nobili, dal grande numero che ne rimasero morti sul campo di battaglia. Tutta la provincia si scompigliň. I Berberi presero le armi per ogni luogo da ponente a levante, infino a Cabčs. Gli Arabi si ridussero in due sole cittŕ, Kairewân e Telemsen. E il precipizio si sentě anco in Spagna, e vi produsse altre rivoluzioni.
      A questi avvisi il califo Hesciâm, avvampando contro Berberi ed Arabi d'Occidente, chč i secondi con loro divisioni aveano accresciuto la calamitŕ pubblica, minacciava farebbe sentir loro la collera d'un Arabo di buona schiatta; porrebbe sotto ogni castello berbero un campo di guerrieri delle tribů modharite di Kais o di Temîm; manderebbe un esercito da toccare con la vanguardia il Maghreb, mentre il retroguardo stesse ancora in Siria. Accozzň in tutto trentamila uomini: gente sě faziosa e discorde, che si abbottinň prima di venire alle mani coi Berberi, e che, messa insieme con l'esercito d'Affrica, n'accrebbe le discordie; onde venuti gli Arabi alla battaglia presso Tanger (741), qual fuggě, qual fu tagliato a pezzi dal nemico.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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