La cittadinanza di Kairewân, vergognando o temendo di sì fatti ausiliari, chiuse loro le porte in faccia. Il rimanente delle milizie patteggiò anche contro di essi, tanto quelle antiche d'Africa, quanto ventimila uomini delle nuove, ch'erano stati presi qua e là, come scrive Ibn-Kutîa, da varie nobili schiatte arabiche. Perlochè movendo tutte le genti ad incontrare i Berberi, i condottieri non fecero che altercare con Kolthûm; i soldati erano per venire alle mani coi diecimila Omeîadi; e finì che costoro sul campo di battaglia voltaron le spalle, e gli altri furono orribilmente mietuti dal nemico. I pretoriani disertori poi, non potendo rimanere tra l'abborrimento universale, passarono in Spagna ove accesero aspre guerre civili: e l'Affrica si perdea, se Hesciâm, rimettendo del regio orgoglio, non ne affidava il comando ad Hanzala-ibn-Sefwân di chiarissimo sangue himiarita; il quale senza nuove soldatesche d'Oriente valse a debellare i Berberi (742), come sopra dicemmo(219).
Ma passeggiera era la concordia; le divisioni durevoli, diverse, intralciate in confusione inestricabile: e un altro subito mutamento che seguì si dee riferire agli umori avversi al governo in tutta la provincia, e, più che altrove, nella capitale. Perchè Abd-er-Rahman-ibn-Habîb di tribù koreiscita, uomo illustre per la gloria del bisavolo O'kba-ibn-Nafi' e per una strepitosa fazione che avea combattuto pochi anni innanzi sopra la Sicilia, andato poi in Spagna ad accattar brighe e stato, e vedendosene tronca la via dalla prudenza di un luogotenente di Hanzala, gittatosi a un partito disperato, ripassava il mare; sbarcava a Tunis; trovava partigiani e osava assalire in Kairewân stessa il capitano liberatore dell'Affrica.
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