Il quale accorgendosi delle disposizioni dei cittadini, gli rifuggì il generoso animo dalla guerra civile: chiamò il cadì e i notabili della capitale; lor consegnò il tesoro pubblico, presone le sole spese del viaggio per tornarsene in Oriente; e quetamente partissi dalla colonia (744-5). Tutta l'Affrica allor si diè all'usurpatore, quantunque ei fosse della schiatta di Adnân; ma lo perdonavano forse al sangue koreiscita, al casato di O'kba, fondatore della colonia, all'audacia del misfatto, sempre ammirata dal volgo, e al merito di aver offeso la corte di Damasco. Abd-er-Rahman usò sagacemente il comodo che gli davano in questo tempo le rivoluzioni d'Oriente: stracciò in pubblica adunanza il mantello d'investitura mandatogli dal califo; scosse lungi da sè le pianelle che avea ai piedi, con dir che così anco rigettava l'autorità del califo; e governò con animo e fortuna da principe indipendente. Dopo dieci anni, il proprio fratel suo, abbracciandolo, gli passò un pugnale dalle spalle al petto; godè per poco il premio del fratricidio; e la nascente dinastia presto fu spenta (757). La colonia, straziata dalle proprie fazioni e dai Berberi, riconobbe di nuovo il potere del califato, che era passato in questo mezzo dalla casa d'Omeia a quella di Abbâs(220).
Tal mutamento di dinastia mostrò come la schiatta arabica troppo presto cominciasse a cedere il luogo ai vinti, coi quali stringeasi nella fratellanza dell'islamismo. L'assimilazione, turbata in Affrica dalla impazienza dei Berberi, ritardata in Egitto e in Siria dalla desidia de' popoli, dal Cristianesimo e dalla tolleranza de' Musulmani inverso di quello, s'era compiuta largamente nelle regioni soggette una volta all'impero persiano.
| |
Oriente Affrica Adnân Damasco Oriente Berberi Omeia Abbâs Affrica Berberi Egitto Siria Cristianesimo Musulmani Abd-er-Rahman
|