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      Occorse poi che le altre milizie si trovassero avvolte in una generale sollevazione, nata a Tunis, compiuta a Kairewān per assentimento della cittadinanza, e provocata dal governatore Mohammed-ibn-Mokātil, fratel di latte del califo; favorito prosuntuoso e dappoco, il quale avea scemato gli stipendii, maltrattato al paro militari e popolani e bacchettoni. Ma come costui fu preso, perdonatagli la vita e cacciato ignominiosamente dalla provincia, Ibrahim piombņ sopra Kairewān coi suoi fidati marchigiani; richiamņ Ibn-Mokātil; combattč il capo della rivoluzione, congiunto suo, per nome Temmām; col quale scambiņ rimbrotti in prosa e in versi pria di venire alle armi. Tanto duravano i costumi cavallereschi de' Beduini nella numerosa nobiltą venuta a stanziare in Affrica(226)! Ibrahim con fortuna e arte s'innalzņ tra i turbolenti compagni. Rotti i sollevati (799), mandava alcuni lor capi incatenati a Bagdad; e, accontatosi in questo mezzo con gli altri, scrivea a corte contro il governatore ch'egli stesso avea ristorato. Rappresentņ esser costui troppo odiato; la provincia troppo insubordinata; richiedersi quivi altr'uomo e pił pratico del paese: e propose a dirittura sč medesimo, promettendo al califo che non solamente non gli farebbe spender pił nulla in Affrica, ma gliene darebbe quarantamila dinar all'anno. Harūn accettņ; non per avarizia, ma perchč altro modo non v'era; perch'ei dovea piuttosto pensare all'Oriente, base dello Impero; perchč ogni novello esercito che avesse mandato in Affrica vi sarebbe divenuto novella colonia di ribelli.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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