E tosto s'ebbero ad allegrare di lor propria sagacitą e del credito grande che godeano in Cielo, poichč opportunamente attaccossi un'ulcera all'orecchio di Abd-Allah, e lo spacciņ(231).
Il terrore superstizioso di questo avvenimento par abbia lavorato nella mente del novello principe Ziādet-Allah (817), figliuolo anch'egli d'Ibrahim, uomo nel resto di fortissima tempra di animo, il quale, seguite un pezzo le orme del fratello(232), cominciņ a ritrarsene, a spiccarsi dal giund, ad ascoltare i giuristi; e tanto s'addentrņ nelle ubbie religiose, che consultava i cadi su la misura di voluttą concedutagli dalla religione(233); e, quel ch'č peggio, parlava di condanna capitale contro i poveri zindik, o diremmo noi, scettici, ospiti pericolosi sotto un governo teocratico; i quali, insieme con le schiatte persiane e con lo incivilimento, pullulavano gią per tutto l'Impero, e venivano a filosofare fino in Affrica(234). Costui ci č dipinto come bel parlatore, liberale coi poeti beduini e coi dotti che veniano d'Oriente a corte sua, animoso, costante, magnifico e giusto(235). Ma ben mostrņ ciņ che intendesse per virtł, quando disse fidar nella divina clemenza il dģ del giudizio universale, avendo mandato dinanzi a sč, chč questa figura usano sovente i Musulmani, quattro opere meritorie: l'edificazione della moschea cattedrale e del ponte della porta Rebī' a Kairewān, la costruzione della fortezza Ribāt a Susa, e la elezione di Abu-Mohriz a cadi della capitale. Affidandosi in cotesti meriti, gli parea tanto pił venial peccato il sangue ch'ei facea spargere, mosso da sua natura feroce, dalle necessitą della tirannide, e sovente anco dal vino che bevea.
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