Senz'armi nè danaro, e, com'e' sembra, alla sfilata, passarono, cheti per forza, le Baleari e le terre italiane, cui l'armata spagnuola aveva osteggiato con successi non felici poco avanti il caso di Cordova: e si adunarono a poco a poco nei sobborghi d'Alessandria. Non andò guari che una rissa privata accese aspro combattimento tra cotesti Spagnuoli che nulla possedeano, e i cittadini che li guardavano in cagnesco;e gli Alessandrini v'ebbero la peggio: i disperati forastieri, fatti per necessità soldati di ventura, occuparono parte della città, e dopo orribili guasti e depredazioni vi s'afforzarono e posero sopra di loro un condottiere. Fu questi Abu-Hafs-Omar-ibn-Scio'aib, detto El-Ballûti da una terra presso Cordova, e il Cretese dall'isola ch'ei poscia conquistò; Apocapso, come lo chiamano i Bizantini, trascrivendo a lor guisa il primo dei suoi nomi. Ma, dopo le turbolenze intestine che avean lacerato l'Egitto e favorito la sedizione delli Spagnuoli, riordinato lo Stato da Abd-Allah-ibn-Tâher, luogotenente del califo e poi occupatore della provincia, questi fece intendere ad Abu-Hafs che si sottomettesse, o s'apparecchiasse a difendersi: e bastò il nome di Tâher a piegare Abu-Hafs all'accordo (823?). Stipularono che il governatore d'Egitto desse un sussidio di danari, e che, allestita così un'armatetta, gli Spagnuoli sgombrassero d'Alessandria, e cercassero fortuna in alcun paese cristiano non soggetto ai Musulmani. Elessero Creta ch'era vicina, mezzo disabitata(242), e parea facile acquisto; avendovi fatto una scorreria l'anno innanzi Abu-Hafs medesimo o alcun altro condottiero musulmano con poche forze.
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